mercoledì 9 novembre 2016

Capitulo 4

I primi giorni di giugno la mia allenatrice stava preparando i bagagli per passare la stagione a Lasarte, nord di Spagna.
In estate la stagione delle corse si trasferisce lì e a Madrid restano le corse notturne in sabbia.
Rimasi tutta l'estate sola con Olza.
Le mie giornate iniziavano con svegliarmi alle quattro e mezza, stare a scuderia alle cinque e portarla in pista alle sei dopo averle fatto il box, cambiato l'acqua, sellata e passeggiata prima di galoppare.
Fu un estate arida. Faceva molto caldo.
Dopo galoppato la scioglievo al tondino dove si poteva rotolare e sgranchire un po'...
Mi dedicavo a stare con lei l'intera mattina. Prima di mezzogiorno la portavo a passeggiare e poi a scuderia a dargli l'avena.
Ci facevamo compagnia a vicenda.
Quando doveva correre facevo io l'iscrizione, firmavo per la mia allenatrice. Il giorno della corsa la preparavo, gli mettevo la sella e la portavo in pista.
Per stare lì da pochi mesi incaricarmi di tante cose era dura ma alla fine dava soddisfazione.
Olza era la mia priorità e la mia estate la vivevo intorno a lei.
Svegliandomi così presto ero sempre stanca. Non avevo voglia di uscire con nessuno.
Non avendo la macchina in pieno caldo mi facevo avanti e indietro da casa all'ippodromo e dall'ippodromo a casa.
A volte mi fermavo a pensare se valesse la pena. Mi svegliavo mattine che non ce la facevo...
Prendersi cura di un animale così grande, proprietà di qualcuno, cercar di farlo stare il meglio possibile e non fargli passare la fame e la sete è dura...alla fine vivi per lui.
Finalmente la calorosa e dura estate terminò... e la mia allenatrice tornò dal paese Vasco con cavalli vittoriosi e il debutto di una puledrina che le piaceva tanto.

Settembre fu un mese di novità. Già montavo tre uscite ed ero migliorata.
Ricominciò anche la stagione delle corse la domenica mattina e l'autunno era alle porte.
Madrid si vestiva di colori brillanti e galoppare con le belle giornate di sole ti rendeva felice.

In pieno autunno si avvicinavano i giorni dell'asta dei puledri. Un proprietario della nostra scuderia comprò due. Un maschio e una femmina. Si fecero domar facilmente e si muovevano benissimo.
Circa un mese dopo mi prese a lavorare un'altra scuderia. La mia allenatrice non aveva cavalli per farmi imparare a parte Olza, e gli altri due che montavo se ne andarono dall'ippodromo.
Passai l'inverno dal nuovo allenatore e lì facevo abbastanza lavori forti la mattina e mi obbligava a mettermi corta.
Un giorno caddi di collo e tutto gennaio lo passai senza  montare. Mi disse il dottore di non lavorare e di non fare sforzi. Ma a fanculo il dottore. Montare no montavo ma a scuderia andavo e lavoravo a terra.

Era quasi un anno già che stavo in Spagna ed ero felice. In scuderia erano arrivati più cavalli. Con la mia allenatrice facevo un'uscita e poi andavo a montare un cavallo da un altro allenatore.
Le sensazioni che provavo galoppando erano uniche e ogni volta che conoscevo un nuovo cavallo sfruttavo al massimo il momento.
Montare diversi cavalli ti fa vedere come son diversi tra di loro. Ti insegnano come migliorare.
Conosci i loro caratteri, quello buono, quello che tira come un demonio, il falso, il salterino, il nervoso, il senza sentimenti, il pazzo... ne hai tanti.
Il primo anno fu stupendo e giusto dopo marzo mi misi a studiare per la licenza.




















Nessun commento:

Posta un commento